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"Elisabetta Maltese sa trovare le parole che servono fin dall'inizio, guidata dalla luce misterica delle sue "tre lune". [...] Non a caso le occorrenze più frequenti nella raccolta sono due: "parole" e "note". Perché poesia e musica nascono insieme (...) E l'attenzione di Elisabetta alla musica, il suo amore per la musica, traspare ad ogni pagina [...] Non è una musica facile. La punteggiatura è quasi assente. Dovrete cercarla voi. A una seconda e terza lettura. Non è Mozart che si dà subito. È Debussy, che vi incanta a poco a poco: e poi non vi lascia. Come non vi lasceranno certe immagini, certi pensieri. Vi rimarranno dentro, vi scaveranno con la difficoltà della comprensione, come una risacca, fino al lascito dell'illuminazione: della luccicanza. Una luccicanza angelica: perché non ha sesso. L'autrice rivela cose che solo una donna può sapere, ma lo fa con la brusca evidenza di un uomo, senza sentimentalismi, come farebbe la bambina terribile dei fumetti. Vi troverete in un inverno pieno di attese e rivelazioni (...) Troverete poche rime, ma quelle che ci sono, sono baciate dalle labbra di un aforisma; verità crudeli come una lama, come certe fiabe nordiche, asciutte come proverbi ebraici; poesie che iniziano con il genitivo perché 'Delle donne è la pazienza': di dire e generare; ripetizioni, perché certe parole bisogna ripeterle (la lezione di Sereni agisce nel profondo) per arrivare a dire le cose come stanno." (dalla presentazione di Rodolfo Cernilogar)