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"È uno sguardo attento, sobrio e persino pudico quello di Pancrazio Luisi, la cui parola non slitta mai nel sentimentale, né nella retorica, riuscendo però al contempo a ergersi al di sopra di una mera descrizione del reale per tentare (e spesso riuscire) ad afferrare in parole il senso intimo, il telos che agita il mondo e muove, anche se in modo quasi del tutto impercettibile, le cose dal di dentro, mostrandosi tra le scene della vita vissuta o nelle azioni di tutti i giorni, anche nei gesti, nelle pieghe del corpo malato, in una casa fatta di stanze silenziose, estranee." (Dalla prefazione di Gabriela Fantato)