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"Si può dar voce a una bocca spalancata e muta? Si può dire cosa c'è dentro, e oltre un gesto? Si può nominare il silenzio? Quito Chiantia tenta di farlo nei suoi "Verbali" ed espone sulla pagina, facendoli stridere tra loro, tre diversi livelli linguistici: uno clinico, uno pratico-descrittivo e uno poetico. Tre lingue si fronteggiano in questo libro: tre lingue che scavano dentro il silenzio." (dalla prefazione di Gabriela Fantato)