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"Quello che unisce 'Lettere a un guaritore non ferito' al libro precedente di Isabella Vincentini - che ho letto con stupore e smarrimento per la tensione emozionale e la trasfigurazione lirica; poesie ardenti e sognanti, dolorose (non c'è conoscenza senza sofferenza) e luminose - è la sua immaginifica percezione della dimensione segreta e insondabile della vita: invisibile ad ogni ragione. La climax è radicalmente diversa, certo, e mi chiedo: quante anime vivono in Isabella Vincentini? Il tema della sofferenza, del dolore dell'anima, si snoda in queste lettere con una straordinaria incandescenza tematica - con una grande originalità. Ho letto questo testo con stupefatta ammirazione: le cose che scrive della malattia, della malinconia, della morte sono indice di una vasta conoscenza dell'anima, della sua e di quella degli altri." Eugenio Borgna