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Uno sguardo mobile, aguzzo, capace di cogliere i significati più sotterranei e taciuti. Una prodigiosa facoltà di ascolto. Cabras si aggira come un rabdomante nel suo paesaggio di sentieri, cinghiali e antenati, avverte un pullulare di presenze, ne restituisce il continuo fermento, il grido imminente, una fìtta, allarmata visione dell'universo e della sua violenza. Perché la violenza rende ancora più affilato questo orecchio da sensitivo...