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In questa raccolta di poesie,"Casting", i dialoghi si mangiano a vicenda, in stanze strette, nelle quali le persone sono corpi, anime nel retro e nello sfondo, arrivati al dunque. Qui eros amore è chiamato perché il tatto abbia il suo limite e la sua gioia, che non si spaventi, assicurato dalla consistenza altrui, se non fosse che il limite introduce a mondi nei quali la storia è già passata, lasciando aspirazioni incompiute, desideri in cammino verso altrove, grida congiunte per una liberazione ulteriore. In queste poesie, fondate sull'addio, nelle quali la fine viene insieme all'inizio, o prima, dove l'inizio è la cura del già accaduto, con il verso che incede tra gli anfratti del dialogo, si scopre che la misura dell'anima è presa dalla parte bassa, dal livello del suolo, vertiginosa su tutti, capace di rendere onore a ogni sconfitta, innamorati e amanti che fanno l'ultimo acquisto, una lotta che anticipa la carità.