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Due terre liminari la Sicilia e Trieste: qui, tra le maglie del tessuto letterario, emerge il confine ambiguo e sfuggente che isola e lega. L'autrice indaga i testi di Vittorini, Sciascia, D'Arrigo, e di Bazlen, Michelstaedter e Mattioni per portare alla luce, a partire da spie minime, indizi e dettagli, le logiche immaginarie che istituiscono lo spazio letterario di frontiera. Sulla soglia, per rotte centripete e centrifughe, le forme letterarie prese in esame assorbono la lezione del confine, quel limite che esiste solo se lo si oltrepassa o lo si guarda in fronte.