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Sensazioni, atmosfere, paesaggi, luci e colori rimangono - intramontabilmente - gli stessi, nonostante i profondi mutamenti insediativi e funzionali che hanno caratterizzato queste città negli ultimi due decenni. Abbandonata la forma compatta e iper-densa, si osserva una progressiva delocalizzazione produttiva con una dispersione della popolazione, più o meno accentuata, nelle regioni circostanti, anche a seguito dello sviluppo infrastrutturale che ha reso i territori della frangia nuove città nella città, che ha plasmato il periurbano remoto secondo paesaggi confusi e indistinti, non più rurali, non ancora urbani. Questo libro si interroga sugli esiti, insediativi e funzionali al tempo stesso, delle trasformazioni che si osservano, a scala regionale, nelle grandi città Mediterranee. In bilico tra sprawl e compattezza, Atene, la città Mediterranea per eccellenza come è stata tratteggiata nel libro di Leontidou, rappresenta ancora quel referente concettuale a cui fare riferimento per comprendere le dinamiche dell'urbanità meridionale, sospesa tra una modernità cercata ed un passato che non sembra tramontare mai.