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"Non basta la fortuna a questa critica, [...] c'è ben altro: una sterminata curiosità per ogni forma d'arte. I capolavori hanno la ricchezza di significati che ci trova e si trova dentro, chi li legge. Lo sperimentalismo del saggista va a guardare come si comportano altri artisti in situazioni analoghe. Per Fernando Gioviale un'opera è grande non solo per quello che dice, ma soprattutto per quello che fa dire. [...] Il saggista accetta ogni tentazione che gli arriva dal testo. Una scena gli ricorda un film e questo, guidato dall'interprete, si mette al servizio della narrazione, estraendo qualche dato che era sfuggito a esame più diretto e razionale. Un suono richiama un ritmo che viene da lontano [...], e abbocca a un'associazione in virtù della quale però si fa largo un significato che per altra via non si manifesterebbe".