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Il modo di guardare il mondo sembra segnato per Calvino da un orientamento archetipico derivato dalla prospettiva della visione della casa della sua infanzia, arroccata sulle colline liguri e protesa sul mare. Gli occhi che scrutano l'universo nelle sue pagine conservano tracce profonde di questa originaria esperienza visiva e sono rivolti secondo una direzione precisa, per cui lo spazio in ombra (l'opaco) si trova alle spalle e quello illuminato dal sole (l'aprico) di fronte. La linea che separa il regno dell'ombra da quello della luce non è però così netta e invalicabile e opaco ed aprico si confondono e capovolgono continuamente, intersecando in tal modo i confini fra io e mondo, interno ed esterno, dentro e fuori.