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Quando i membri della Confraternita dei Battuti videro il Compianto sul Cristo morto, commissionato a Niccolò d'Apulia per il Santuario di Santa Maria della Vita e appena compiuto, si resero conto subito che era stato realizzato per loro un capolavoro assoluto, una terracotta fondamentale per la storia sacra ed artistica. Da allora pellegrini, visitatori, viaggiatori vengono apposta per vedere il gruppo scultoreo e ne rimangono colpiti; colpiti dalle "Marie sterminatamente piangenti", dal "ritmo veloce e scattante, quasi di una tragica danza" di questa drammatica macchina teatrale. E come loro ne furono affascinati D'Annunzio, Andrea Emiliani, Cesare Gnudi, il Malvasia, Adolfo Venturi, Eugenio Riccomini e tanti altri.