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Dopo più di quarant'anni esce un altro libro, che è anche il catalogo della mostra ospitata presso la Triennale di Milano. Il rapporto tra Gillo Dorfles e il kitsch inizia nel 1968, quando pubblicò, presso l'Editore Mazzotta, il primo studio sistematico intorno a un fenomeno estetico e sociale, che è diventato, sempre di più, un imprinting dei nostro tempo. Intorno a questa sorta di grande giostra, non a caso presente in mostra, Dorfles esamina, come se fosse un chirurgo, attento a non sbagliare, ciò che sotto questo nome appare ogni giorno nell'arte, nella vita e soprattutto nei processi di comunicazione. Il suo non è un giudizio aristocratico e pregiudiziale: "è necessario conoscerlo, anche frequentarlo e, perché no, qualche volta utilizzarlo, a patto di non farsi prendere la mano. Perché il "cattivo gusto" è sempre in agguato". Artisti storici, protagonisti dell'arte contemporanea, veri e propri operatori e produttori di kitsch, insieme al grande circo contemporaneo che ci accompagna dovunque e in ogni momento della nostra vita, come se fosse normale essere immersi in questo flusso di immagini, di racconti, di parole. Il tutto con malizia o con una piena e totale intenzionalità, utilizzando il mondo come un grande contenitore di forme e di linguaggi.