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«Il poeta modenese Guido Cavani, morto nel 1967, ben prima che Maria Vittoria Sala nascesse, e che tuttavia svela qualche affinità con lei, in un sonetto dialettale si rivolge a un amico dubbioso su cosa sia la poesia. E gli risponde (traduco dal modenese): "La poesia è un albero, è una strada - è un passerotto che canta sopra i coppi - è un lampo che ti abbaglia, è un tuono - un fiore, una pozzanghera, un germoglio, un grappolo... - E tutto quello che vuoi da vicino, da lontano - quello che pensi, che senti ancora o non senti più. - La poesia smuove un congegno arrugginito - è un olio che lubrifica il cuore". Immagini come queste, mosse da uno spirito non dissimile, popolano i testi della seconda raccolta poetica di Maria Vittoria (...)» (dalla prefazione di Fabio Marri)