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"Durante la mia esperienza lavorativa ho avuto la possibilità di osservare pazienti con patologie e disagi differenti: il coma, la paralisi cerebrale, le sindromi genetiche, le disprassie infantili. Negli ultimi anni mi sono interessata ai disturbi dell'apprendimento, ai disturbi di attenzione ed agli adulti che riferiscono difficoltà di memoria e impaccio nell'organizzazione motoria. Analizzando questi ambiti di lavoro, mi sono accorta di un incremento esponenziale di cui mi sono chiesta le motivazioni, anche in relazione al fatto che le soluzioni proposte dai protocolli riabilitativi sono quasi sempre impostati al fine di una riduzione del carico di lavoro, senza una reale integrazione della funzionalità. Ciò ha creato in me una vera frustrazione professionale, comunque si intervenga i tempi sono lunghi e i risultati poco soddisfacenti. Così, ho provato a fare delle ricerche, a contattare professionisti che svolgono il loro lavoro in ambiti diversi dagli standard riabilitativi di tipo cognitivo e, andando a ritroso, ho trovato alcune spiegazioni che mi hanno aperto un nuovo modo di intendere il mio ruolo e i miei compiti professionali". (Premessa degli Autori)