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Nonostante la provincia di Trieste sia da anni in cima alle classifiche nazionali per il tasso di incidenza delle malattie tumorali del polmone, la popolazione continua a subire gli effetti dell'inquinamento prodotto dalla Ferriera, distante appena tre chilometri dal centro cittadino. Perché le persone non si sono ribellate fino in fondo ma hanno continuato a sperare che fosse qualcun altro a risolvere la questione della sua chiusura? Perché nemmeno la paura di veder minacciata la propria salute è servita a creare un movimento di dissenso capace di costringere all'istante le istituzioni ad assumersi la responsabilità del problema e a rispettare le promesse fatte? A queste domande gli autori tentano di rispondere attraverso il racconto della propria esperienza di lotta e l'analisi di quanto fatto per la chiusura e la riconversione dell'Area a Caldo.