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Lo scoppio del primo conflitto mondiale, pur se preannunciato, trova l'aviazione militare italiana, allora inquadrata nel Regio Esercito e nella Regia Marina, sostanzialmente impreparata. Sono pochissime le unità, pochi i velivoli e i dirigibili e pochi gli aviatori. Negli anni precedenti alla grande guerra, pur avendone sperimentato l'efficacia e l'utilità nella guerra italo-turca, l'aviazione era considerata dai vertici militari come uno sport d'élite e i pochi reparti di volo accomunati ai reparti esploranti di cavalleria. L'utilità si rivelò ben presto. Il mondo dell'aviazione italiana cambiò rapidamente. Sorsero industrie e scuole di volo; si formarono nuovi reparti e le varie dottrine d'impiego. Nacque la caccia, la ricognizione, il bombardamento. Nacquero una miriade di campi a ridosso del fronte e, nei primi due anni di guerra, il Friuli divenne di fatto la culla del volo militare.