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"Nella conversazione tutto si collega; solo che talvolta è assai difficile ritrovare gli anelli impercettibili che hanno congiunto idee tanto disparate"; la magica fluidità dell'arte più tipica del Settecento colto rivive nelle lettere che Denis Diderot scrive alla donna amata, Louise-Henriette Volland, che lui chiama Sophie come affettuoso tributo alla sua intelligenza. Per restituirle l'atmosfera dei salons parigini da cui si è allontanata, il philosophe riproduce sulla carta brillanti dispute, felici apologhi, aneddoti bizzarri con quello spirito libero e amante del paradosso che renderà la sua Enciclopédie l'opera del secolo.