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Ritrovata di recente, la corrispondenza tra Pierre-Augustin de Beaumarchais e Amelie Houret de La Morinaie, sua ultima amante, porta alla luce un'appassionata storia d'amore che, scoccata alla vigilia della Rivoluzione, sembra simbolicamente suggellare lo splendore di un secolo al tramonto, lo spregiudicato e libertino Settecento. All'inizio, per il cinquantacinquenne Beaumarchais, è il colpo di fulmine, il "tempo del delirio", e la trentenne, bellissima Amelie gli diviene subito "necessaria": "Siete un'incendiaria - le scrive - appiccate il fuoco dappertutto". Beaumarchais è già sposato, e Amelie non intende affatto rimanere relegata nel ruolo di "sposa del cuore". Si arriva così al classico ménage a trois, con la moglie e l'amante sotto lo stesso tetto, che però non regge a lungo. Nel frattempo, infatti, Beaumarchais si ritrova fisiologicamente sprovvisto delle risorse necessarie per soddisfare la passione, ed è a questo punto che il linguaggio epistolare subisce una violenta impennata, colorandosi di un tono "rosso acceso". Beaumarchais, infatti, esige che l'amante adotti un linguaggio estremamente licenzioso, illudendosi di rianimare un ardore ormai estinto. Amélie si rifiuta di svolgere la funzione di una "macchina dei sensi", e si ribella. Amore, galanteria, libertinaggio tramontano ingloriosamente tra toni aspri e risentiti: ironia della sorte, i due ex amanti moriranno a poche settimane di distanza, mentre sulla Francia scintilla già l'astro di Napoleone.