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Lydia Flem, dopo aver ritrovato le lettere d'amore che il padre e la madre si sono scambiati prima di sposarsi, cerca di ricostruire con febbrile inquietudine la "storia precedente" e la propria "matrice fondante". Perché, come lei stessa scrive, "la nostra storia non si scrive su un foglio bianco; fin da quando siamo concepiti, ci troviamo presi in un'altra storia, quella dei nostri genitori, dei nostri nonni, anche se nasciamo molto tempo dopo la loro morte. Nel susseguirsi delle generazioni, il nostro posto è già designato".