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Scritti d'occasione lievi, ma allo stesso tempo intensi, non semplici "ritratti" ma veri e propri diari, cronistorie di "incontri" - in primo luogo studiosi e storici dell'arte, ma anche antiquari, pittori e più genericamente artisti - che hanno segnato la vita di Giuliano Briganti, l'hanno indirizzata e a volte anche cambiata. Alcuni di questi personaggi, incontrati lungo la strada, sono diventati vere e proprie presenze costanti che l'hanno accompagnato per quasi mezzo secolo, altri l'hanno solo sfiorato ma tutti, certamente, hanno lasciato in lui una traccia. E se alcuni di questi, come Carlo Ludovico Ragghianti e Roberto Longhi, "padri fondatori" della moderna storia dell'arte, hanno impresso un segno indelebile nella personalità del giovane studioso, altri, come Luigi Grassi, sono stati amici fin da ragazzi e hanno seguito un cammino parallelo al suo. Altri ancora, come Carlo Volpe o Federico Zeri, sono stati "colleghi" e amici "longhiani". Né mancano personalità "internazionali" quali Andre Chastel, Sylvie Béguin o Alvar Gonzàlez-Palacios.