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Per Vico il fulmine e il susseguente tuono agiscono come catalizzatori del pensiero umano: l'evento terrificante induce i "bestioni" ad alzar gli occhi al cielo, ad ingraziarsi la ignota Creatura irata ma, sostanzialmente, a cominciare ad emettere ipotesi sul loro destino, quaggiù. Per Walt Disney il fulmine è un delizioso giocattolo igneo lanciato, in un giorno estivo, a sconquassare una festa di centauri azzurri e far correre a gambe levate un Bacco perfettamente ebbro. Per il composto e compassionevole pittore Sablet il fulmine che si articola in segmenti rettilinei dietro la piramide Cestia è un attrezzo scenico razionalizzante e classicamente funebre. Per Turner quello che si abbatte con fragore abbacinato entro il cerchio magico di Stonehenge è un chiaro segno della tragica instabilità della storia umana. Per Hokusai il fulmine che si snoda dietro le spalle indifferenti del Signor Fuji è un drago millenario e sostanzialmente benevolo. Per Paolo Uccello è un fuso di fuoco che si infila dentro un albero incenerendolo assieme al punto di fuga. Per, per, per... Questo "Scherzo fulmineo" altro non è, e non pretende di essere che uno "scherzo" appunto. Una serie di partite a scacchi, non tutte vinte, con questa luce istantanea, elettrica o solforosa, apportatrice di morte o solo di un delizioso senso di protezione se goduto al sicuro, nel proprio letto: in attesa del prossimo scroscio di pioggia contro i vetri della finestra. E del tuono che non si farà attendere troppo a lungo.