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"Questo testo non può e non vuole essere una trattazione sistematica dei grandi problemi della vita, delle buche e dei bachi che infestano il tessuto della nostra società. Poiché è tutto connesso, tutto collegato, non è possibile ricucire una per una le imperfezioni ragionando per compartimenti stagni, come se il polsino di una camicia non fosse connesso al colletto - e lasciatevelo dire da chi di tessuti se ne intende. Andrò a sprazzi, a tentoni nell'oscurità in cui siamo avvolti. Talvolta salterò di palo in frasca, ogni tanto vi sembrerà di aver perso il filo, ma presto lo riprenderete, ve lo assicuro. Per essere più chiaro, diciamo che mi limiterò a quella che ritengo la strategia migliore: immaginare di tornare ancora una volta sul Lungomare Trieste, nella mia Salerno, in compagnia dei miei amici, stenderci al sole e farci cullare dalle onde mentre ci confrontiamo con i nostri pensieri, i nostri timori, le nostre gioie, senza una scaletta o una divisione per argomenti. E da questo confronto immaginario è venuta fuori questa specie di lunga lettera che indirizzo a tutti voi" (L'autore). Introduzione di Giulio Mastropietro.