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"Poche figure come Giorgio Oprandi sono così profondamente radicate nella comunità loverese. Se sul fronte pubblico la celebrazione assume rilievo cittadino con la realizzazione del busto modellato da Eros Pellini, ora in Accademia Tadini, e attraverso la dedicazione, nel 1968, di una via, diventa più difficile seguire le tracce sul fronte privato, dove il ricordo del pittore è ancora vivo. Per i loveresi sono motivo d'orgoglio il legame di parentela e di amicizia con lui e il possesso delle sue opere, spesso ricevute come dono di nozze e gelosamente custodite come segno dell'identità familiare. Percorrendo a ritroso la storia di molti dipinti attraverso le proprietà indicate nel catalogo della mostra del 1968 o nella pubblicazione di Luciano Gallina del 1958, è frequente che si incontri un atto di generosità da parte del pittore, i cui tratti caratteriali emergono dalla letteratura critica ma anche dai racconti che abbiamo ascoltato nel corso della ricerca. La stessa comunità ha custodito i materiali provenienti dalla dispersione dello studio, in parte poi giunti in dono all'Accademia Tadini grazie alla sensibilità di alcuni loveresi: una scelta che fa loro onore". (Marco Albertario)