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"In primo luogo, non bisogna fraintendere il senso di questo libro, che nel sottotitolo recita "Ricordi di Sebastiano Zilioli già Sindaco di Bergamo". Non si tratta, si badi, di ricordi propriamente autobiografici, tratti cioè dal diario personale di un uomo che è stato anche Sindaco della città di Bergamo. Si tratta invece delle considerazioni di un uomo, liberale moderato e monarchico convinto, che in pieno regime fascista riflette pubblicamente (prima sul quotidiano, poi in volume) proprio sul suo operato in quanto Sindaco. Già questo sarebbe, da solo, un elemento di interesse, anche semplicemente considerando la sostanziale assenza di memorie scritte da parte di chi è stato Sindaco della città. Non basta. Nel caso di Zilioli, infatti, si tratta dei ricordi di un uomo che è stato Sindaco nell'impegnativo periodo che va dal 1914 al 1920, quando cioè tutto il paese si è trovato di fronte alla prova della prima guerra mondiale, prima per decidere se parteciparvi o me no, poi facendovi fronte e, infine, vivendone drammaticamente le conseguenze". (Dalla prefazione di Giorgio Mangini e Giulio Orazio Bravi)