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"Ricordavo, nel primo volume di questi seminari (La cura di sé nella relazione di aiuto, 2011), che il nostro insegnamento si regge e cammina su tre gambe: psicoanalitica, filosofica e artistica. Ricordavo anche che il nostro approccio è laico perché si oppone all'appropriazione della cura di sé e del sé da parte delle diverse categorie che in ogni epoca e cultura hanno cercato di assicurarsene l'esclusiva: caste sacerdotali in passato, corporazioni professionali nel presente. Lo stretto legame della psicoanalisi con la filosofia e l'arte rimarca la distanza dalla medicina e dalla psicologia (intesa come scienza empirica della psiche), e quindi dalla tendenza alla medicalizzazione e psicologizzazione che oggi avanza impetuosamente. La psicoanalisi laica è certamente terapeutica, ma non nel senso della psicoterapia che la legge italiana riserva a medici e psicologi. Essa non ha nulla o quasi nulla a che vedere con ciò di cui si occupano le scienze mediche e psicologiche. Non divide l'uomo in funzioni e apparati, non seziona il malessere secondo le categorie dei manuali diagnostici, non applica procedure empiricamente validate per la cura di quei disturbi". (T. Carere-Comes)