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"Imparare a leggere un mito è un'avventura di tipo particolare: presupposto di quest'arte è una progressiva trasformazione di sé". Quest'affermazione della scrittrice Christa Wolf (Premesse a Cassandra) trova palese conferma nell'opera dello scultore Carlo Previtali, per il quale la scoperta del mondo classico e della mitologia greca e soprattutto romana ha coinciso con la rivelazione delle proprie più profonde ragioni d'artista, con la trasformazione e maturazione del proprio peculiare linguaggio plastico sino agli esiti odierni, esiti d'assoluto rilievo nella scultura contemporanea. Scoprendo il filone della letteratura antica, Previtali ha trovato le suggestioni adeguate per indirizzare verso la congeniale zona del fantastico un'altrettanto naturale inclinazione alla tradizione figurativa, cultura che a Bergamo vanta peraltro una storia importante, particolarmente influente sulla generazione degli artisti orobici nati come lui nel primo dopoguerra.