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Lida Abdul si serve di video, installazioni e fotografie per esprimere la sua condizione di profuga e il suo costante sentimento di precarietà. La sua opera mostra gli effetti devastanti della guerra sul popolo afghano. L'artista evidenzia nelle sue opere (video, fotografie, installazioni e performance) sia a livello estetico che intellettuale il suo bagaglio culturale indigeno confrontandolo con le espressioni della cultura e della storia dell'arte occidentale. Con un linguaggio insieme realistico e simbolico, l'artista rappresenta un Afghanistan martoriato e distrutto da invasioni violente e regimi totalitari: le immagini sono minimali ed essenziali e coniugano poesia e drammaticità. Le opere video della Abdul mostrano frammenti visivi di un paese a cui è stato tolto tutto ma che comunque tenta di proiettarsi verso un futuro migliore. Il libro contiene la documentazione fotografica della mostra allestita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e costituisce una monografia di Lida Abdul, con un apparato iconografico ampio e dettagliato che espone la produzione completa dell'artista.