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Il "Villaggio di Maria" è metafora del nucleo abitativo di Vena con il suo antichissimo Santuario dedicato alla Sacra Icona della Madonna Eleusa, nei boschi di Maschalas sopra Taormina, fatto edificare, nelle sue fondamenta di Eremo di Sant'Andrea, da Papa Gregorio Magno nel VI sec. d.C.; ed è, al tempo stesso, con la sua miracolosa sorgente di acqua freschissima, luogo dell'anima, condizione dell'essere, stato di beatitudine, di Grazia che nasce dall'empatia e dalla donazione dell'amore gratuito. Così è nelle suggestive storie di Marco "che doveva farcela, che doveva vivere"; di Papi, il cane eremita, che dà una lezione di vita agli umani; di Sonia che si sentì invadere dal calore salvifico dell'Amore pieno di Grazia; di Santa e Mario che vissero e crebbero guidati dalla Madonna perché "cu avi di nun mori mai"; di Loredana che comprese come il solo amore non basta, ci vuole la Fede; di Anastasia che dagli Stati Uniti al Santuario di Vena poté ritrovarsi con la sua nonna; di Mariella che "mai dire mai" dovette ricredersi sulla forza viva della Fede; di Rosetta a cui lo sguardo della Madonna continua ad assicurare la protezione dei suoi cari.