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Nel parco dell'Albergo San Domenico di Taormina la mattina del 22 settembre 1963 venne trovato il cadavere dell'ingegnere Villari, abile imprenditore e affascinante donnaiolo. Due proiettili lo avevano colpito al petto. La sera precedente aveva partecipato ad una festa svoltasi nei locali del prestigioso albergo dove era convenuta l'élite di Messina. Gli investigatori ritennero inizialmente che ad armare la mano dell'omicida potesse essere stata la gelosia, visto che l'uomo era conteso da più donne. La prima ad essere interrogata fu la moglie Miriam, veneta di origine. La seconda a deporre fu Benedetta, moglie di un noto industriale. La terza ed ultima donna sentita fu una giovane appartenente anch'essa alla buona società. Scartati i motivi passionali, le indagini si rivolsero all'ambiente di lavoro. Due lettere anonime e l'abilità del magistrato inquirente portarono alla confessione del colpevole.