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Mentre cancella dal suo repertorio in trasformazione storici spettacoli replicati per anni in tutto il mondo come Genesi, la Socìetas Raffaello Sanzio fissa in queste pagine un montaggio di immagini della sua opera: sono figure urlanti senza suoni, impegnate con un gioco di contrasti per esaltarne la fisicità, messa a confronto con la natura e con l'arte che ispira questa visionaria escursione nel terribile. Con "Epitaph", Romeo Castellucci ci consegna la storia del gruppo in cui sono cresciuti i suoi figli, arricchendola però con altre prospettive, grazie a una tensione pittorica che è a un tempo memoria, creazione e progresso.