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"Queste due pièce teatrali degli anni '40 appaiono assai importanti, rivelandoci un Picasso litteratissimo, perfino eccedente nel gusto di una ricerca verbale sofisticata, autofondata, e nostalgicamente rivolta a celebrare il passato, le avanguardie ruggenti tra fine Ottocento e primi del Novecento. Le due pièce si dividono saggiamente le parti: la prima in ordine di tempo, "II desiderio preso per la coda", è un devoto omaggio dedicato, mezzo secolo dopo, a Ubu e alle sue stilizzazioni tenute su una ostentata chiave grottesca, mentre il successivo "Le quattro bambine" si distende negli spazi eterei di delicati bestiari e erbari, quali trovano posto solo in giardini incantati, dove non si tratta quasi mai di porsi dei fini descrittivi, ma piuttosto di affidarsi al demone associazionistico e di celebrare tanti accostamenti folli e strampalati tra fiori, insetti, astri, accidenti metereologici, al seguito più che altro dei suggerimenti molto concreti provenienti dal suono delle parole. Si tratta, in sostanza, di un enorme ed esteso 'cadavre exquis', attento però a gettare nella fornace materiali lessicali tutti perlopiù di provenienza alta e nobile, stilizzata e rarefatta, in modo che appunto ne risulti un incantato balletto verbale." (dall'introduzione di Renato Barilli)