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I dialoghi di questo strano libro si svolgono in situazioni estreme: i primi due a Palermo, rispettivamente in una giornata di afa e in una notte di tempesta, il terzo in paradiso a protagonisti defunti. Apparvero in rivista negli anni Novanta e nel 2001 erano stati approntati nella forma attuale dall'autore stesso, il quale poi cambiò idea e li lasciò inediti. Vengono ripresi oggi perché, in una scrittura che equilibra ammiccamento e ragionamento, sul fenomeno della stupidità offrono tuttora riflessioni godibili e acute, non superate, a distanza di vent'anni, dai contributi frattanto usciti.