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"L'esatta vertigine" è un inizio. Il libro ha il ritmo del viaggio tra il dentro e il fuori delle cose. Un canto in battere e levare che fa del gioco (anche di parole), del ritmo e dell'ironia le cifre della propria ricerca poetica. L'autore ha il dono dell'inventio, dai suoi versi emergono la volontà sincera di farsi specchio delle cose del vivere e l'urgenza di affidare al canto il frutto di questo avvenire. La capacità di cogliere la poesia come accadimento del (e nel) quotidiano è solo una delle sfaccettature di questa raccolta in cui trovano posto il jazz di un paesaggio autunnale, il divertissement in onore di maestri e amici, la paradossale coesistenza di destino e caos, il dolore della perdita, lo stupore e la bellezza, il rovinare delle cose, i guizzi e la malinconia del vivere. A far da fondo a questa pluralità di temi e di stili, la ricerca rispettosa del mistero che abita le cose e la coscienza che solo attraversandole per intero sia possibile estrarne, come un alchimista, come Orfeo il canto: vero elisir dell'esistere. Trentotto componimenti che coprono circa vent'anni di cimento: un distillato dunque, frutto di un vaglio a monte che traccia una mappa di senso e un orizzonte culturale dai confini solo accennati. Bisognerà aspettare che Mauro decida di scrivere ancora: d'altro canto, è un inizio.