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Il ponte di Varolio indica quella parte del cervello posta tra il cervelletto e il midollo spinale, sede dove si elabora la sintonizzazione dei suoni. Il libro si divide in due parti: Versi inquieti, che si lasciano suggestionare dalle potenzialità uditive del tono binaurale, e Versi quieti, poesie che si riferiscono al primo periodo dell'autrice. In questi componimenti chiaramente non viene riprodotto il tono binaurale, cosa assolutamente impossibile, ma la sua suggestione è servita a stimolare l'autrice a trattare la parola come materia fonica viva, personale e multidimensionale, allo scopo di esprimere vibrazioni nuove, capaci di trasportare il campo uditivo verso armonie inedite e significati non altrimenti intuibili.