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La seconda inchiesta (dopo "Il cerchio di ghiaccio") del commissario Savino Improta e del giudice istruttore Libero Mistretta parte dal ritrovamento di un cadavere in una posizione a dir poco inquietante; e si sviluppa attorno alla figura del dispotico titolare di un impero affaristico, al contempo capace di umiliare e tiranneggiare chiunque abbia davanti. Ben presto dal movente finanziario si passerà a quello familiare e umano, confermando i due inquirenti, palermitani e grandi amici, nella loro visione disincantata e amara dei fatti della vita.