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Deformazione grottesca del dramma, parodia buffa e bouffonne, rappresentazione spietata della borghesia capitalista, nazionalista, colonialista, imperialista, nonché 'naturalmente' rozza e violentemente ingorda, operazione di fine travestissement letterario, gioco potachique, esercizio di sovvertimento dell'impianto retorico tradizionale, apologia della volgarità linguistica e degli idiomi popolari, mortificazione/magnificazione dello psicologismo a teatro, celebrazione dell'elementarità bestiale dell'era del dio caprone. Ubu sulla collina (1901), riduzione in due atti di Ubu re, riassume tutte queste definizioni, rappresentando lo spirito della sua epoca attraverso i meccanismi propri del movimento simbolista e la volontà di sovvertire le (sovra)strutture sceniche. Lo spettacolo divenne un libretto soltanto nel 1906 ma, ad oggi, è una delle pièce di Jarry più portate in scena o riadattate.