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Singolare destino, quello di Alexander Gottlieb Baumgarten. Universalmente considerato uno dei più significativi pensatori del suo tempo, è passato alla storia soprattutto come "padre" dell'estetica, della quale coniò anche la parola: "æsthetica" da "aisthesis", cioè "sensibilità". Eppure i suoi maggiori eredi disciplinari hanno finito per emarginare sensibilmente la sua figura, fin quasi alla rimozione. Salvo che, per un curioso gioco del destino, Baumgarten è prepotentemente ritornato in primo piano con una particolare carica d'attrazione. Per la semplice ragione che egli intese l'estetica in modo molto più articolato di quello che poi s'impose nell'Ottocento, ossia una mera "filosofia dell'arte"; laddove per Baumgarten l'estetica riguarda un orizzonte ben più generale, ossia l'intera esperienza sensibile nei suoi vari ambiti: dal mondo delle arti alla ricerca scientifica, dalla pratica religiosa alla stessa vita quotidiana.