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L'adolescenza in un collegio per figli devianti della borghesia sul lago di Costanza, tra cameratismo, letture edificanti e sport all'aria aperta. L'esperienza dadaista a Zurigo insieme a Tristan Tzara, Hugo Ball, Emmy Hennings e altri personaggi dalle idee in ebollizione e dai vestiti impossibili. Il periodo ad Ascona, sulle pendici di quel Monte Verità popolato, oltre che da indagatori dell'inconscio e artisti di vario genere, dai seguaci del «mago» Rudolf Steiner e da alcune figure oggi leggendarie della danza moderna - circondate però da uno stuolo di ballerine che, sebbene animate da fede profonda, risultavano assai meno convincenti. L'Africa della Legione straniera e la noia dei soldati sospesa nella calura costante. Il lavoro in una miniera di carbone in Belgio, e poi a Parigi come lavapiatti. Quella di Friedrich Glauser è una vita perennemente in fuga: dal padre, dalla morfina, dagli istituti psichiatrici, dalla polizia, dai propri fantasmi. Un'esistenza frantumata e ribelle che l'autore racconta senza mai abbandonarsi al pathos o all'autocommiserazione, con quella prosa limpida e avvolgente, a volte sognante, che fa di lui un classico del Novecento.