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"Un verso di Fortini dà il titolo a una sezione della raccolta di uno dei più coinvolgenti poeti delle ultime generazioni, il ticinese Yari Bernasconi: Non è vero che saremo perdonati. Muovendosi attraverso un'Europa che si finge felice del suo egoismo, tra una macchina un treno un traghetto, un'irrequietezza muove il poeta, che non è solo dei poeti e che è forse di sempre, per chi rifiuta di sentirsi lontano dal vero, un vero che risiede nel dolore degli altri, nell'affanno violento della Storia e non nella distrazione del benessere. Sono 'in cammino e tormentati, / dialettici e bizzarri', diceva Auden nei lontani anni trenta del '900, 'goffi e testardi ma sempre selvatici', dice oggi Bernasconi, coloro che non accettano di vivere da bruti e avvertono il privilegio come colpa. Oggi non è ieri, diversi sono i ricatti, le difficoltà. Bernasconi affronta il presente con l'urgenza e il disagio di chi cerca la strada meno ingiusta, nel confronto con chi soffre e lotta e con chi si adatta o finge di farlo, con i morti, con una natura preservata o aggredita, con un bene ambiguo e un male che non riguarda solo gli altri, con un pensiero che deve mettersi alla prova, tra lusinghe, minacce, sfide, dandoci versi che sentiamo infine nostri e necessari." (Goffredo Fofi)