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Uscendo dalla bettola che ama frequentare durante i suoi vagabondaggi notturni, il commissario Hunkeler trova il cadavere del suo vecchio compagno di bevute Hardy, sgozzato e abbandonato su una panchina. Quella di Hardy è la prima di molte figure che emergeranno dalla fitta nebbia di Basilea, una nebbia persistente che nasconde una trama criminale che sembra diramarsi in tutte le direzioni. Come al solito, Hunkeler è in conflitto con i superiori. E come al solito, Hunkeler non riesce a tenersene fuori neanche quando viene sospeso dal servizio. E così i lettori si troveranno a seguirlo per locali non proprio raccomandabili, boschi fangosi ai confini con l'Alsazia e accampamenti nomadi. Cosa c'era nel passato di Hardy che il commissario non ha mai saputo? Cosa c'entra la mafia albanese con la morte della giovane Barbara Amsler? E perché quei simboli ricorrenti del serpente, del falco e dell'aquila? Mentre la sua dolce e solare compagna Hedwig, appassionata di arte moderna, è a Parigi per approfondire la conoscenza di alcuni pittori di quel periodo, Hunkeler finirà suo malgrado per approfondire un capitolo imbarazzante della recente storia svizzera, dove lo zelo del bene sembra aver generato un male non ancora del tutto esauritosi.