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Così scrive Mary Haskell a Kahlil Gibran il 2 ottobre 1923, dopo aver ricevuto la prima copia del "Profeta", la cui genesi e il cui sviluppo ha seguito passo a passo nell'arco di tempo che va daI 1912 alla pubblicazione: " Sii benedetto, benedetto, benedetto, per aver detto tutto questo, e per aver dedicato tanta fatica a dar forma ed espressione alla vita interiore... e per aver avuto l'energia e la pazienza del fuoco e dell'aria e dell'acqua e della roccia. Il libro sarà considerato uno dei tesori della letteratura inglese. E nelle nostre tenebre lo apriremo per ritrovare nuovamente noi stessi, e per ritrovare il cielo e la terra che sono dentro di noi."