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Porta Palazzo non è soltanto il più grande mercato scoperto d'Europa. Per i torinesi, e per chi viene da lontano a visitare Torino, è diventata soprattutto un luogo dell'immaginario, un'inafferrabile babele metropolitana dove, fra i banchi del mercato e i ciottoli tondi del Balon, la città parla mille lingue e altrettanti dialetti, un crocevia sempre in equilibrio instabile di umanità brulicante e marginale, un luogo vitale e forse un poco inquietante, pulsante di traffici, commerci, vite. Soprattutto di storie. Nell'Italia di oggi, non c'è forse luogo migliore per ambientare un noir. E per trovarvi i protagonisti di vicende che raccontano il lato oscuro (ma anche quello più vero, attuale, magnificamente conflittuale) della nostra società. Il cadavere di un tunisino ritrovato a testa in giù in un bidone di olive, una ragazza marocchina in fuga da amici e nemici con uno zaino pieno di soldi, una banconota maledetta che gira di mano in mano e uccide chiunque la tocchi, un boss catanese uscito di galera che sogna di ricreare a Porta Palazzo il regno mafioso degli anni Settanta (ma troverà nuove mafie, al suo posto), la misteriosa (provvidenziale?) uccisione di un palazzinaro che vorrebbe trasformare gli antichi edifici juvarriani in un centro commerciale... Dopo Fruttero&Lucentini, Porta Palazzo torna luogo letterario e diventa lo scenario di cinque racconti noir. Leggeteli d'un fiato e poi correte a Porta Pila, a godervi la sensazione di lieve smarrimento che proverete nel passeggiare tra i banchi del mercato. Perché forse, dopo la lettura, i vostri occhi avranno imparato a vedere cose nuove: cibi inconsueti, abitudini insolite, scorci enigmatici, figure equivoche, prospettive inedite.