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Partendo dall'ipotesi che alle origini del teatro e delle arti sceniche vi siano miti e leggende che interessano tanto l'Occidente quanto l'Oriente, questo saggio segue le tracce dei miti di Baubo e di Uzume. Il primo fa riferimento alle differenti versioni dell'episodio relativo alle vicissitudini vissute da Demetra nel territorio di Eleusi, ultima tappa nelle peregrinazioni della dea alla ricerca di Persefone: disperata per la scomparsa della figlia, Demetra incontra l'ancella Baubo, che davanti a lei esibisce il sesso nudo in un gioco osceno-grottesco, riuscendo così a distoglierla dal suo lutto, e a farla ridere. Ponendo a confronto il mito shintoista di Uzume e il mito di Baubo-Demetra (ed evidenziandone oltre ogni dubbio la strettissima somiglianza) il saggio avanza l'ipotesi inedita che, come nel primo gli uomini di teatro giapponese riconobbero il momento di nascita del No, così nel secondo potrebbe essere individuato un perduto mito di origine del teatro comico occidentale. Poiché questo teatro, nel suo sviluppo storico, ha inteso porre in primo piano il valore artistico della parola scritta (e della logica che distingue la parola scritta), il mito di Baubo - tutto fondato sulla comicità che scaturisce dal solo gesto fisico - sarebbe stato estromesso dalle considerazioni sul mondo dello spettacolo, e confinato nel segreto del rito iniziatico eleusino...