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Tra tutti i corpi celesti che ruotano sopra le nostre teste la Luna è quello che ha raccolto il maggior numero di sguardi, lungo la storia dell'umanità. Eppure, malgrado i milioni d'anni che la Luna vanta, il ruolo riservatole nei riti di ogni cultura, i suoi ritratti sono per lo più ricondotti a una sintesi simbolica, a una banale riduzione geometrica. Si dovette attendere Galileo Galilei e il suo cannone occhiale per riuscire a scoprire i dettagli di quel volto di sfinge, ma solo nel 1635 venne compiuta un'impresa che permise la realizzazione di tre meravigliose e profetiche immagini a stampa. Il più grande incisore del secolo XVII, il francese Claude Mellan, venne chiamato da due studiosi e amici di Galileo a trascorrere due mesi in cima a un monte della Provenza per osservare al telescopio il nostro satellite. Da quel suggestivo soggiorno e dal confronto con due luminari del mondo scientifico dell'epoca nascono tre splendide incisioni che, nel risolvere quesiti di ordine tecnico, giungono a un risultato di straordinaria modernità. Chi era Claude Mellan il pigmalione della Luna che le carpì il ritratto e poi si dedicò a svelare anche quello di Cristo? Questo saggio ne svela la figura e i segreti artistici. Massimo Pulini, grande conoscitore della pittura del Seicento e amico di Denis Mahon, porta alla luce la singolare corrispondenza fra le più antiche incisioni che documentano le fasi della Luna al tempo di Galileo, e un misterioso ritratto di Cristo realizzato con un unico segno a spirale continua. Un enigma che gli storici dell'incisione non sapevano spiegare, di cui lo studioso romagnolo presenta gli aspetti più oscuri e la soluzione.