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Nel quarto centenario della nascita di uno dei più singolari e misteriosi artisti del Seicento, Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609-1685), la Pinacoteca comunale di Cesena ospita una mostra che raccoglie, da collezioni private e museali, alcune delle tele più affascinanti del pittore, opere che illustrano uno sguardo sospeso e incantato, l'urgenza di purezza che due secoli dopo cercheranno anche i preraffaelliti, i nazareni e altri artisti dell'Ottocento. Giovan Battista Salvi può dirsi un pittore della nostalgia e della ripetizione, ma fu anche un sofisticato compositore di immagini inedite e perfette come pure di superbi ritratti, tra i più belli del secolo. Non si limitò a interpretare, come in un repertorio d'opera, alcuni modelli di remota classicità, desunti da Raffaello o da Perugino, ma spinse a una rielaborazione formale, a una efficace potatura, pure i fiori più belli di artisti a lui contemporanei, come Reni o Guercino. Anche la scelta di replicare più volte le proprie e le altrui invenzioni non trova spiegazioni entro le categorie dell'artigianato e del commercio, nelle quali per tanto tempo è stato relegato. Il presente catalogo della mostra cesenate tenta di recuperare le ragioni più intime, le implicazioni semantiche e formali che ogni opera racchiude.