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Il filosofo francese di origini russe Alexandre Kojève divenne un mito della cultura dopo il seminario hegeliano che tenne a Parigi negli anni 30, dove ebbe come allievi, tra gli altri, Lacan, Bataille, Merleau-Ponty, Queneau, Caillois, Aron. La sua riflessione è ancora da indagare in alcuni aspetti: per esempio, il rapporto con la religione. Per tutta la vita Kojève fu ossessionato dall'idea di Dio, fino a spogliare la teologia del suo abito divino. L'immagine speculare atea di una visione religiosa: è questa, in fondo, la lettura che ci ha dato di Hegel. Una disposizione derivata dalla sua terra d'origine, la Russia,e dall'Oriente. Oltre a Dostoevskij e Tolstoj, egli fu molto influenzato dal pensiero di Solov'ëv, al quale dedicò il saggio che qui presentiamo, rielaborato e pubblicato nel 1934-1935. Pagine dove troviamo la prima importante indicazione sul rapporto con la religione: era già chiaro a Kojève che qualsiasi compimento della metafisica implicava andare oltre quella propriamente detta o religiosa. Vale a dire: andare alla ricerca di un sostituto di Dio che sia il libero risultato dell'azione umana nella storia, che permetta cioè all'uomo di comprendere la propria storia in generale, e quella religiosa in particolare, senza il ricorso a Dio. Un dibattito sull'ateismo e la "fine della storia" più che mai aperto.