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La tardiva confessione di Günter Grass nell'agosto 2006 in merito alla sua breve militanza nel corpo speciale delle SS negli ultimi mesi del conflitto mondiale, ha attirato su di lui da più parti numerose critiche che mettevano in dubbio la sua autorevolezza morale e in discussione la natura del suo impegno politico. Alcuni critici hanno addirittura sostenuto la necessità di rivedere il giudizio sulla sua opera. A quasi un anno di distanza dalla confessione, una volta attutiti la veemenza dei giudizi e lo stupore, se non la delusione, dei suoi numerosi estimatori, è possibile affrontare il caso Grass da una prospettiva più distesa e riflessiva. A tal fine è necessario rileggere alcuni dei suoi più significativi interventi del passato proprio sui temi oggetto del dibattito che ne è scaturito, vale a dire sulla posizione etica dello scrittore e sulla natura del suo impegno ideologico. La breve selezione di discorsi del presente volume offre la possibilità di indagare i concetti di impegno e di istanza morale dello scrittore da una prospettiva per lo più trascurata nel dibattito sul caso Grass. La rilettura permette così di considerare la tardiva confessione del premio Nobel per la letteratura non semplicemente nei suoi caratteri psicologici o privati, ma alla luce di considerazioni più generali riguardo gli aspetti etici e ideologici del ruolo dello scrittore nella società, che si possono anche riassumere nella domanda: "Consigliere personale o buffone di corte?".