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Nel 1740 il filosofo illuminista David Hume interviene su un tema scottante: i miracoli. L'impostazione humiana, fondata sul primato dell'esperienza e su uno scetticismo radicale, non poteva che sfociare in una negazione non tanto dei prodigi in sé, quanto della fede in essi. Il saggio non ebbe vita facile e diede vita a dure repliche in ambito ecclesiastico: ne fa fede lo scritto riprodotto in questo libro a firma del vescovo di Salsbury John Douglas, tolto da un esteso trattato in forma epistolare del 1754.