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Il "pícaro" errante protagonista di Tizio Sposito vive e agisce in un'Italia del futuro, che è una caricatura stralunata (ma quanto convincente!) del Bel Paese d'oggi. Né racconto a tesi né discorso consolatorio, la storia, del tutto fantastica e forse sognata, restituisce in toni grottescamente comici la fragilità della natura umana; e l'esibito essere qualunque suggerito dal nome del protagonista fa schermo a un personaggio che lotta invano per non confondersi con un Everyman dei nostri tempi. Nell'estrema varietà dei registri (dal sarcasmo prevalente al dramma) e nell'esuberanza linguistica e dialettale, lo stile di questo romanzo non intende indulgere a nessun tipo di conformismo.