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Il dramma politico-sociale di Theodor Herzl "Il nuovo ghetto", ambientato a Vienna nel 1893, vuole portare all'attenzione la questione ebraica. Il "nuovo ghetto" è il ghetto "morale", le cui mura invisibili non sono mai cadute. E gli ebrei vi sono risospinti dall'antisemitismo di fine secolo, che fa di loro il capro espiatorio dell'altra faccia del progresso, della dura competitività sociale, divenendo componente ideologica di più di un partito anche nell'impero asburgico. Protagonista dell'opera è Jakob, un avvocato al centro di ambienti ebraici borghesi, inconsueti per il teatro. Social-liberale, studioso di problemi economici, quest'"uomo nuovo" e nuovo Ebreo di fine '800, critico e autocritico, è animato da una profonda esigenza di verità e giustizia sociale. Da difensore dei diritti calpestati dei lavoratori, Jakob diviene il portavoce dei diritti degli ebrei, violati nel corso di una persecuzione e emarginazione millenarie, in un sovrapporsi di questione sociale e di questione ebraica.